Jasmine special

Miele, di Valeria Golino, 2013, 96'

Con Jasmine Trinca, Carlo Cecchi, Libero De Rienzo, Vinicio Marchioni, Iaia Forte.

Il film racconta la storia di Irene, Miele in codice, una trentenne che aiuta segretamente i malati terminali a morire con l'eutanasia. Irene viaggia molto per questa sua attività segreta e non ha nessuna relazione stavile e duratura a parte quella con il suo amico Rocco. Un incontro con l'ennesimo "paziente" la porta a scendere più a fondo nei temi etici e a non rimanere fredda e distaccata da quello che fa. 

Immagine in copertina.

 

Fortunata, di Sergio Castellitto, 2017, 103'

Con Jasmine Trinca, Stefano Accorsi, Alessandro Borghi, Edoardo Pesce, Hanna Shygulla.

Alla periferia di Roma, Fortunata, reduce da un matrimonio fallito, lotta quotidianamente per crescere la figlia da sola nel migliore dei modi. Tra mille difficoltà, sogna di aprire un negozio di parrucchiera, al fine di trovare il proprio angolo di felicità.

Fortunata

 

Being my mom, di Jasmine Trinca, 2020, 12'

Con Alba Rohrwacher, Maayane Conti.

In una torrida giornata d'estate, in una Roma deserta, una madre e una figlia camminano senza sosta, trascinando una grande valigia. Si cercano, si sfuggono, ribaltano i loro ruoli, finché, in un solo gesto, si disvela davanti a loro l'epifania inaspettata di quell'amore. 

Being my mom

 

Jasmine Trinca è un'attrice forte, volitiva, convinta delle proprie possibilità già al suo esordio, venti anni fa, con La stanza del figlio di Nanni Moretti. Trovandosi a recitare quasi per caso con due mostri sacri come Moretti e Laura Morante, Jasmine ha portato in quel film tragico e crudele una imprevedibile leggerezza. Una recitazione realistica, mimetica, mai sopra le righe, talvolta in sottrazione ma che conteneva in sé una potenzialità di deflagrazione. Una bellezza garbata con uno sguardo incendiario, condizione perfetta per interpretare ruoli dentro la Storia ma non dominati dalla Storia. Da quel momento in poi, Jasmine non è mai caduta nello stereotipo di se stessa, riuscendo a rendere ogni suo film un prototipo inedito. Operazione rischiosa in cui si è continuamente rimessa in gioco con alcuni tra i più grandi registi italiani, da Diritti a Castellitto, da Golino a Ozpetek, ma anche con cineasti emergenti ed autori internazionali, come viene raccontato dai saggi e dalle interviste del nostro libro. Una sfida che ha sempre vinto, avendo la maturità di creare lei i ruoli di una vita, ogni volta, plasmando il copione ed il personaggio a guisa della propria identità performante, quella che hanno solo i migliori attori, quella che fa da ponte tra l'identità dell'interprete e l'identità del personaggio. 

 

Questa selezione proposta per gli spettatori di MoliseCinema 2021 presenta tre titoli di svolta della carriera di Trinca: Miele, di Valeria Golino, del 2013; Fortunata di Sergio Castellitto, del 2017, e infine Being my mom, il primo cortometraggio da regista, che anticipa il suo primo lungometraggio, attualmente in fase di realizzazione, e le apre probabilmente un nuovo percorso di autrice. 

 di Raffaele Rivieccio

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