A cura di Matteo Di Castro
Incontri e ritratti nel secolo breve presenta, in occasione di Molise Cinema 2017, una trentina di immagini in bianco e nero realizzate da Paola Agosti tra la fine degli anni Sessanta e i primi Novanta. In mostra si alternano stampe di varia origine e formato: fotografie vintage, stampe moderne eseguite in camera oscura e dieci immagini stampate digitalmente per l’occasione.
Il nucleo centrale della mostra è costituto dagli scatti dedicati al mondo del cinema, capaci di raccontarci in vario modo il percorso professionale e creativo della fotografa torinese. Un percorso iniziato a Roma nel 1969, come fotografa di scena teatrale. Ed è proprio di quell’anno un’immagine notturna di Orson Welles, incrociato fuori dal teatro Sistina. Una foto che sembra eseguita da un navigato professionista, da uno di quei paparazzi specializzati in appostamenti e pedinamenti dei divi della Hollywood sul Tevere. Ma al di là della sua genesi più o meno casuale, l’incontro col regista di Quarto Potere rivela una sensibilità che contrassegna molto del successivo lavoro di Paola Agosti. Proprio negli anni in cui una nuova generazione emerge sulla scena sociale, esibendo un’alterità anche estetica, la giovane fotografa non rinuncia infatti a mettere a fuoco verità e bellezza di coloro che testimoniano il mondo di ieri. Nel decennio seguente inizia a operare come fotoreporter, viaggiando molto e documentando la realtà sociale, la cronaca politica, gli avvenimenti e i protagonisti del suo tempo.
Si mostra da subito particolarmente attenta alle vicende femminili e segue con continuità le battaglie del movimento femminista. In queste situazioni, nelle manifestazioni ma anche negli spazi gestiti autonomamente dalle donne, le capita spesso di immortalare una giovanissima Isabella Rossellini. Nella fotografia scelta per il manifesto di Molise Cinema 2017 la ritroviamo sul set de Il Pap’occhio, il film del 1980 diretto da Renzo Arbore.
Nel corso degli anni Settanta e in quelli successivi, Paola Agosti fotografa attrici già affermate (come Stefania Sandrelli, Claudia Cardinale, Mariangela Melato, Bibi Anderson, Leslie Caron), ma le sue incursioni sui set restano sporadiche. Si amplia invece la galleria dei ritratti dedicati agli scrittori (alcuni dei quali in vario modo legati anche all’universo cinematografico, come Sciascia, Moravia, Cerami) e ad altri protagonisti, non solo italiani, della cultura e dell’arte: da De Chirico a Warhol, da Borges a Yourcenar, da Ginsberg a Garcia Marquez.
Insieme ad un’altra fotografa, Giovanna Borghese, nasce così l’idea di una ricerca sulle maggiori personalità del Novecento europeo: un tributo ai “grandi vecchi” di quello che lo storico inglese Eric Hobsbawm ha chiamato il secolo breve. L’esito di questo lavoro è il libro Mi pare un secolo. Ritratti e parole di centosei protagonisti del Novecento, pubblicato da Einaudi nel 1992. Davanti all’obiettivo delle due fotografe, sfilano filosofi, letterati, artisti, scienziati, musicisti e naturalmente anche alcune figure leggendarie del cinema europeo. A Parigi Paola Agosti fotografa il regista Marcel Carné e gli attori Fernando Rey e Alain Cluny. A Roma invece, negli studi di Cinecittà, incontra Fellini, che si lascia coinvolgere in uno shooting giocoso, partecipando da par suo alla messa in scena del ritratto. Scelta non scontata è poi quella di inserire tra i protagonisti della cultura europea del Novecento anche uno sceneggiatore, anzi una sceneggiatrice: Suso Cecchi D’Amico. In questo caso, la fotografa punta su un’ambientazione domestica. Come in diverse altre occasioni, chiede al suo soggetto di posare insieme all’animale di casa.
Proprio questo ritratto che ci mostra una veneranda signora del cinema europeo nel suo salotto borghese, insieme al proprio cane, potrebbe essere il miglior viatico per avvicinarci a tutt’altro filone del lavoro di Paola Agosti, cui si è già accennato. Nelle sue fotografie della fine degli anni Settanta dedicate all’umanità contadina delle valli piemontesi, il “mondo dei vinti” indagato da Nuto Revelli, Paola Agosti mette a fuoco altre testimonianze di “resistenza” senile e in particolare femminile: donne anziane, rimaste sole, ma ancora capaci di dare forma e valore, anche grazie alla fedeltà della compagnia animale, al proprio universo quotidiano.
Nata nel 1947 a torino, Paola Agosti ha iniziato nel 1969 la sua attività di fotografa indipendente che l’ha portata a compiere numerosi viaggi in Europa, in Sud America, negli Stati uniti, in Africa. Ha incontrato e fotografato leader politici, uomini di cultura e artisti di fama internazionale. Si è occupata con particolare attenzione di volti e fatti del mondo femminile. ha indagato la fine della civiltà contadina del piemonte più povero, le vicende dell’emigrazione piemontese in Argentina e ha fotografato i grandi protagonisti della cultura europea del Novecento. ha pubblicato dal 1976 ad oggi numerosi libri fotografici. Le sue fotografie sono state esposte sia in Italia che all’estero e fanno parte delle collezioni permanenti del Musée de l’Elysée di Losanna, del Museo Nacional de bellas Artes di Buenos Aires, dell’Istituto Nazionale per la grafica di Roma, dell’Accademia Carrara di Bergamo, del MASt di Bologna, del Museo Alinari di Firenze e della Beinecke Library di New haven, Connecticut.