


Annunciati i vincitori della tredicesima edizione di MoliseCinema Festival.
Per la sezione Frontiere - Premio Giuseppe Folchi, il concorso riservato ai documentari, la Giuria composta da Antonio Pezzuto, Vanessa Roghi e Giovanni Cioni aggiudica il premio come miglior film documentario a Napolislam di Ernesto Pagano
per la capacità di affrontare la contemporaneità attraverso il racconto di una storia normalmente percepita in modo monolitico ma che in realtà è fatta di persone, percorsi e scelte individuali, diverse e lontane fra di loro. La storia dei convertiti all'Islam in Italia.
Una menzione speciale è andata a Habitat di Emiliano Dante
per la ricerca di un linguaggio che metta in luce il vissuto di chi racconta e di chi è raccontato, all'interno di un contesto frammentato e frammentario come quello dell'Aquila dopo il terremoto; un linguaggio che rende, attraverso le immagini, l'alienazione e la solitudine.
Per la sezione Paesi in corto, dedicata ai cortometraggi internazionali, la giuria composta da Luca Briasco, Chris Richmond e Vishakha Singh, ha aggiudicato il Premio Carlo Montuori a Listen di Hamy Ramezan e Rungano Nyoni l’uno di origine finlandese/iraniana e l’altra origini zambiesi:
è un lavoro che fa riflettere e che illustra le sfide che molte donne si trovano ad affrontare in circostanze a volte complesse. L’intelligente uso dei salti temporali è parte integrante della narrazione e si dimostra particolarmente efficace nel consentire allo spettatore di entrare in un rapporto empatico con la protagonista il cui volto è celato da un burka per l’intera durata del film.
La giuria ha anche assegnato tre menzioni speciali:
Het Paradijs di Laura Vandewynckel per la qualità dell’animazione
Share di Pippo Bianco per l’eccellente interpretazione della protagonista
Hole di Martin Edralin per l’originalità della sceneggiatura.
Per la sezione Percorsi - Corti italiani la Giuria composta da Janet de Nardis, Fabio Mollo e Elena Mazzocchi,ha assegnato il primo premio per il miglior corto a Child K di Roberto De Feo e Vito Palumbo
per aver raccontato con originalità il passaggio dal microcosmo al macrocosmo, sorprendendo lo spettatore con il racconto del primo caso di eugenetica della realtà nazista. Il regista ha saputo armonizzare la scelta del cast, della fotografia, e della messa in scena con grande intelligenza, rendendo il corto un’opera completa.
Tre menzioni sono andate inoltre a:
Gas station di Alessandro Palazzi per l’impianto narrativo e per la capacità di affrontare un tema come quello dell’emarginazione con uno sguardo ironico e intelligente
La valigia di Pier Paolo Paganelli per la bellezza dello stile di animazione e per il racconto sincero di una vita attraverso la tecnica dell’inversione temporale
Persefone di Grazia Tricarico per la regia assolutamente personale e innovativa e per aver trattato con coraggio un tabù
Il premio del pubblico per il cortometraggio è andato a Due piedi sinistri di Isabella Salvetti.
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